Questa sezione raccoglie alcuni esempi delle regole di Brickster: brevi, semplici e ricche di esempi sempre rigorosamente tradotti nella tua lingua.
Alcuni suoni consonantici inglesi sono simili a quelli italiani, quindi sono facili da pronunciare, altri invece non esistono in italiano quindi bisogna impararli.
Le consonanti inglesi sono meno "forti" (più silenziose) di quelle italiane, soprattutto a fine parola, perciò non devi marcarle troppo. Ad esempio non dire it (esso) come se ci fossero due t finali (itt).
Fai attenzione anche a non aggiungere (inavvertitamente) dei suoni "di appoggio" dopo una consonante finale. Non essendo abituato a pronunciare parole che finiscono in consonante (in italiano finiscono sempre con una vocale), all'inizio può risultare difficile rendersi conto che invece di man (uomo) stiamo dicendo "mann-a", invece di book (libro) stiamo dicendo "bookk-a", invece di it's (esso è) stiamo dicendo "it'ss-a", e così via. Allenati a troncare le parole subito dopo la consonante. Non è difficile.
Allenati anche ad aspirare la /h/ e le consonanti /k/, /p/ e /t/, perché rendono la tua pronuncia non solo più autentica, ma anche più comprensibile. Key (chiave) si pronuncia con un'esplosione iniziale che genera un'emissione d'aria. Chi (in italiano), invece, non ha nessuna aspirazione. Ora prova a dire patata e poi ascolta potato. Senti come sono diverse?
La h in inglese è quasi sempre aspirata, ma può essere muta (come in italiano), perciò fai attenzione alla trascrizione della pronuncia e se non vedi il simbolo /h/ non pronunciarla!
Anche il th non ha sempre lo stesso suono. A volte è /θ/ altre volte è /ð/. Allenati a pronunciarli davanti allo specchio. La lingua tra i denti si deve vedere, altrimenti rischi di dire /t/ invece di /θ/ o /d/ invece di /ð/:
I suoni /k/, /p/ e /t/ sono: aspirati (c'è un soffio tra la consonante e la vocale che segue) quando si trovano all'inizio di una sillaba accentata; semiaspirati quando si trovano in una sillaba non accentata; non aspirati quando sono preceduti da s; non aspirati e solo appena accennati quando si trovano a fine parola. Purtroppo i dizionari non ci aiutano a pronunciarli, perché usano lo stesso simbolo sia quando sono aspirati che quando non sono aspirati. Prendiamo il suono /p/ come esempio:
In inglese ci sono due tipi di l (anche in questo caso purtroppo i dizionari non ci aiutano, perché usano lo stesso simbolo per entrambi). La l chiara è come quella italiana: /l/. La l scura è una l pronunciata con la lingua indietro, a forma di cucchiaio, e senza toccare il palato: /l/. Osserva anche che la l scura diventa chiara quando è seguita da una parola che inizia per vocale:
Il suono /ŋ/ è una n nasale ed esiste anche in italiano (banca, mango). La differenza è che a volte in inglese si trova a fine parola (davanti a una g muta) e allora può risultare più difficile da dire. Per dire song devi dire una n con la lingua molto indietro. In pratica devi prepararti per dire una g ma poi la g non la dici. Ascolta bene la differenza tra la /n/ normale e /ŋ/:
In inglese britannico standard la r finale non si pronuncia, ma si può pronunciare quando è seguita da una parola che inizia per vocale o h muta, per questo nella trascrizione della pronuncia la indichiamo tra parentesi. Four (quattro), ad esempio, si trascrive /fɔ:(r)/, perché la pronuncia della r dipende dal suono che segue. Vediamo un esempio:
Ciò che abbiamo già detto per le vocali e per i dittonghi vale anche per le consonanti: a volte lettere diverse producono lo stesso suono, quindi non è sempre possibile indovinare l'ortografia di una parola.
Ora puoi passare all'ultima regola, il riepilogo finale ...
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